Che cos’è un orto, se non un luogo appartato, fuori dal mondo, un ritaglio di vegetazione coltivata dove il tempo e lo spazio scorrono autonomi? Come un mosaico organico attorno alle rive della Stura da decenni sono spuntati orti abusivi, angoli urbani abbandonati, in un territorio ai margini della città che non appartiene a nessuno. Hanno iniziato gli operai dell’Iveco ad appropriarsi dei piccoli appezzamenti incolti, trasformandoli in proprietà private recintate e personalizzate a tal punto da divenire autoritratti dei proprietari. Un’umanità è cresciuta insieme agli ortaggi e alla frutta, gente che si è rosicchiata il suo spazio con tenacia, in una terra di confine metropolitano, e ora lo difende e lo rivendica contro gli espropri attivati dal Comune di Torino. Ogni orto è un luogo dell’anima, ma diventa anche passaporto per l’appartenenza a una sorta di condominio orizzontale. Solitudine e collettività si intrecciano tra i vari lotti: orti, canali di irrigazione e poi baracche, cancelli, serre e pollai nascosti assemblati con materiale di recupero. Architetture surreali per una città nella città, con le proprie leggi non scritte, sospesa e indefinita. Gli uomini sono quasi tutti anziani, si conoscono e si trovano tra loro, tengono in ordine, come dei coloni non riconosciuti. C’è una fissità epica e struggente con cui Elmuz li ha colti, in trittici dove il luogo chiuso e lo spazio aperto si incontrano nei loro volti, tra natura e civiltà, individuo e società, legge e anarchia. Ognuno è un racconto biografico, che coglie nell’ombra la sua essenza.La serie delle “Cartoline” fotografa sotto altro punto di vista la relatività della percezione su questi orti. Queste vegetazioni dall’esterno appaiono crescite abusive, ma dall’interno sono giardini dell’Eden, luoghi meravigliosi e lussureggianti in cui i proprietari saltano dentro per scappare dalla realtà. E a noi, attraverso lo sguardo di Elmuz, che si compenetra con il loro, sembrano tali. Sogniamo isole tropicali lontane, paradisi esotici e anche piccoli micromondi che crescono nel sottobosco di una realtà che ci è troppo vicina per essere “vista”. Cartoline da giardini segreti.
olga gambari
2010. Serie cartoline dagli orti, 10 x 15 cm, edizione limitata